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Immersioni

I VARI TIPI DI IMMERSIONE

Una immersione sportiva (detta anche immersione ricreativa) è un tipo di immersione subacquea che utilizza l’attrezzatura per immersioni con scopi ricreativi. L’ambito di sicurezza, dato dal compiere un’immersione entro i confini (tempi e profondità) di un’immersione senza la necessità di effettuare soste obbligatorie di decompressione, delimita l’immersione sportiva o ricreativa. L’immersione compiuta oltre questi limiti viene detta “tecnica”. Un ulteriore ambito di sicurezza viene dato dal “sistema di coppia”, tipico dell’immersione ricreativa, che si concretizza nell’effettuare l’immersione sempre e comunque affiancati da un compagno.

Sono considerate immersioni tecniche quelle condotte con miscele di respirazione diverse dalla semplice aria. Ad esempio, un’immersione condotta entro i limiti dei 40 metri con miscele di decompressione diverse dalla miscela di fondo è considerata un’immersione tecnica.

A queste si aggiungono anche tutti quei tipi di immersione che non vengono svolte in ambienti “comodi”, ma difficili da raggiungere e che presentano un notevole rischio nella conduzione dell’immersione (ad esempio grotte).

La definizione di immersione tecnica nasce da alcuni limiti imposti dalla fisiologia umana e dal comportamento dei gas disciolti nell’aria, con l’aumento delle profondità. Normalmente si assume per regola una respirabilità dell’aria all’incirca fino a 40 metri (limite sportivo), ma il calcolo non deve considerare la profondità quanto la pressione parziale dell’ossigeno. Le didattiche tecniche di questi tempi considerano accettabili una Pressione parziale di ossigeno entro i limiti di 1,4 bar (con alcune eccezioni estendibile a 1,6) che di conseguenza, respirando aria, ad una profondità massima pari a 56 metri. Oltre questa soglia si incorre in un aumento della tossicità dell’ossigeno, che può portare a spiacevoli incidenti in immersione. Per questi motivi si devono utilizzare miscele diverse dalla comune aria che, pur limitando gli effetti “negativi” di un’iperossia, aumentano altri rischi e richiedono quindi un addestramento specifico superiore a quello richiesto per un’immersione sportiva.

L’immersione in grotta, tranne che nel caso di grotte molto ampie o a scarsa profondità, è una delle più difficili e pericolose per vari motivi:

  • in caso di emergenza il subacqueo non può spesso riemergere direttamente in superficie;
  • la via di uscita può essere a notevole distanza o in profondità. Questo significa che il subacqueo avrà bisogno di gas respirabile a sufficienza, sia per il viaggio che per eventuali emergenze, e quindi dovrà portare in immersione un gran numero di bombole;
  • la struttura della grotta può essere complicata per i movimenti (strettoie, laminatoi, ecc) e può esserci scarsa visibilità dovuta ai sedimenti alzati dal passaggio del sub.

Le esplorazioni subacquee in grotta, anche per via degli incidenti che possono verificarsi (e che spesso, per via delle condizioni estreme, sono mortali), sono percepite come uno sport molto pericoloso, e vengono considerate a volte uno sport estremo. Molti incidenti si verificano per via della scarsa preparazione tecnica del subacqueo o di una errata programmazione dell’immersione, anche se talvolta anche uno speleosub esperto può commettere un errore fatale.

Va detto che, comunque, i margini di sicurezza per tali tipi di immersione sono molto più ampi di quelli utilizzati nel caso di un’immersione ricreativa: viene utilizzato infatti più gas respirabile e un’attrezzatura più avanzata, accompagnata da più esperienza e più addestramento.

Oltre ai normali rischi associati all’attività subacquea le immersioni in grotta presentano alcune ulteriori difficoltà:

  • per via del tetto della grotta, che non permette al sub di risalire direttamente in superficie, il subacqueo dovrà ripercorrere la via d’accesso al contrario prima di poter terminare l’immersione;
  • le grotte sono totalmente buie, tranne la parte vicina all’ingresso, raggiunta dalla luce naturale filtrata dall’acqua. Proseguendo nell’esplorazione l’unica fonte di luce possibile diventa quella artificiale.
  • grotte e cunicoli sommersi possono essere caratterizzati da forti correnti, presentare sifoni o ospitare una sorgente. In presenza di correnti il subacqueo dovrà gestire diversamente l’immersione, in modo da evitare l’affaticamento e il consumo extra di gas.
  • la presenza in sospensione di sabbia, fango o altri sedimenti può rendere difficile l’orientamento e ridurre notevolmente la visibilità.
  • le grotte possono presentare passaggi molto stretti che richiedono particolari tecniche per superarli; è frequente incontrare punti in cui è necessario spingere le bombole per poter passare senza sbattere o anche posizionarle all’inglese, cioè ai lati del corpo.
  • la struttura della grotta può confondere l’orientamento del subacqueo.
  • vi possono essere crolli, causati anche dalle bolle prodotte dall’erogatore del subacqueo.